Libri e vita: LA CASA DI CARTA - CARLOS MARIA DOMINGUEZ
La casa di carta
parla d’amore. Di più amori, a dir la verità. Vi è quella che sembrerebbe la
storia d’amore tra una deceduta professoressa di ispanistica dell’Università di
Cambridge, Bluma Lennon, e un misterioso letterato sudamericano, Carlos Brauer,
conosciuto a un convegno in Messico; l’amore per i libri, con le testimonianze
di librai, di lettori, di possessori di immense biblioteche; vi è l’amore per
la conoscenza contenuta nei libri.
In ogni caso, al centro di tutto vi sono i libri e un libro
in particolare, La linea d’ombra di
Joseph Conrad, che arriva nelle mani dell’Io narrante (innominato in tutto il
breve romanzo) pochi giorni dopo i funerali di Bluma Lennon. Il libro è coperto
da un velo di cemento e reca una dedica sulla prima pagina, dedica scritta
dalla stessa professoressa Lennon: il pacco è evidentemente una restituzione,
giunta troppo tardi. Così comincia la ricerca del mittente del pacco, e primo
destinatario del libro, che porterà il protagonista in Argentina e poi in
Uruguay. Lungo questo percorso conoscerà persone vicine a Carlos Brauer e gli
racconteranno della sua “malattia”: i libri, e in particolare la gestione della
sua libreria composta da ventimila volumi, e l’incidente che compromise la sua
salute mentale, già di per sé debole. Per conoscere la verità e avere una
possibilità di restituire il libro, il protagonista dovrà spingersi fino a
lingua di sabbia semideserta, abitata solamente da pescatori, irraggiungibile
con l’automobile. Un luogo duro se non si è abituati a vivere lì, dove la
vastità dell’oceano e la profondità del cielo notturno possono farti sentire
una formica e schiacciarti.
La casa di carta è
un libro estremamente breve, quasi un racconto (nell’edizione Sellerio conta 85
pagine) e l’autore, Carlos Marìa Domìnguez, avrebbe davvero potuto scrivere un’opera
più lunga e imponente, il materiale lo concedeva di certo, dato che i lati
oscuri della storia anche nel finale restano molti. Tuttavia la decisione della
brevità non pesa sul lettore, anzi rende il tutto molto più leggero e, se
vogliamo, realistico: il libro è in prima persona, e non è possibile che il
protagonista possa conoscere nel dettaglio la vita della professoressa, la vita
di Carlos, e le vicende che li accomunano, e dato che viene sempre mantenuto il
suo punto di vista anche il lettore resta all’oscuro di molti dettagli, di
molti eventi, che tuttavia può immaginare. Leggerezza,
nonostante alcuni episodi del racconto, potrebbe davvero essere l’essenza di
questo libro.
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