Si apre così la raccolta Nove
Racconti di J. D. Salinger, con una storia sui Pescibana.
Nella Florida del 1948, in spiaggia, una bambina chiede a
Seymour Glass quello che state pensando tutti: cosa sono i Pescibana? Bè,
risponde lui, sono pesci che si nutrono di sole banane. Il problema però è che
ne mangiano così tante che alla fine vengono colpite dalla bananite e muoiono.
Tutto questo avviene in spiaggia. Il racconto infatti si apre all’interno di un
albergo, precisamente nella stanza dei consorti Glass, dove una donna, Muriel,
attende che la linea del telefono venga collegata con New York. Quando ciò
accade, comincia a parlare con la madre: Com’è andato il viaggio? Come ha
guidato Seymour? Sta bene? Ha fatto ancora il suo gioco stupido con gli alberi?
Il dottore ha detto potrebbe perdere ancora il con…
Cosa? Cosa sta succedendo?
Intanto Seymour ha iniziato a giocare con la bambina, Sybil,
nel mare, facendola nuotare a un metro da riva tenendole le mani sulla pancia.
Nel frattempo parlano, parlano tanto. Tutt’un tratto Seymour si stanca, decide
che il gioco è finito e torna in albergo.
Un giorno ideale per i
Pescibanana è un racconto magistrale, in pieno stile Salinger ma non come il
Giovane Holden, un nuovo J. D.
Salinger. Con la scena iniziale della chiamata l’autore spiega esattamente qual
è la situazione e che tipo di uomo sia Seymour: un uomo estremamente colto, un
letterato che legge poesia tedesca in lingua originale, ma segnato dalla Seconda
Guerra Mondiale, che l’ha reso (se non lo era già) psicologicamente fragile.
Dopo questa introduzione, le scene in spiaggia ci stupiscono un po’: l’uomo
gioca e parla normalmente con la bambina Sybil, la tratta quasi come un’adulta
(è un classico di Salinger affidarsi più ai bambini che agli uomini). Tutto in
lui sembra normale, c’è solo un alone di stranezza nei suoi movimenti e nelle sue
frasi, ma nulla farebbe mai presagire il colpo di scena nella camera d’albergo.
Questo è il primo di una serie di racconti sulla famiglia
Glass, scritti e pubblicati prima del suo ritiro dalla scena del 1963 (dopo Alzate l’architrave, carpentieri! E Seyomour,
introduzione, ultima raccolta di due racconti). È inoltre un ottimo modo
per iniziare la raccolta Nove racconti, in cui Salinger si evolve e tocca i
temi già presenti nella sua letteratura in un modo nuovo, più maturo forse, il
tutto diluito con una buona dose di misticismo e meditazione.
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