Innamorarsi del grottesco: LA MORTA INNAMORATA - TEOPHILE GAUTIER
Un ragazzo è sicuro di diventare prete da prima
dell’adolescenza. Da allora infatti il suo mondo è consistito nel seminario,
nella reclusione, nello studio dei testi sacri, nella preghiera e nella fede.
Non ha mai visto la città, non sa come ci si muove tra le vie del mercato, non
ha mai conosciuto né una donna né l’amore. È per questo che quando, pochi
minuti di venire consacrato prete, vedendo nella chiesa una donna di notevole
bellezza, dalla pelle chiara e i biondi capelli lunghi portati sciolti, se ne innamora
all’istante. Tuttavia sta per essere consacrato sacerdote! Cosa fare?
Non fa niente. Passa il tempo rapito dalla donna che gli fa
cenno di uscire con lei. Il tempo passa, e lui viene ordinato. Al termine della
cerimonia la donna gli si avvicina, gli sfiora la mano con la propria e gli
dice: “Disgraziato! Disgraziato! Che cosa hai fatto?”, parole che lo
tormenteranno per lungo tempo.
Romuald, il nostro sacerdote, rimpiange la propria
condizione e per la prima volta si dispera di essere un uomo di fede, vorrebbe
uscire per le vie della città (che non conosce) e andare al castello di
Clarimonde, la bella ma maledetta dama. L’abate Serapione infatti, sua guida
spirituale, lo avverte riguardo la donna, famosa per i propri costumi liberi e
per le orge organizzate a palazzo. Romuald poco tempo dopo viene mandato nella
parrocchia dove dovrà svolgere il proprio compito di prete, e dove un anno dopo
viene chiamato nel bel mezzo della notte da un cavaliere. Salendo sul cavallo,
cavalcano per tutta la notte, fino a un castello, dove una dama sta morendo: è
Clarimonde. Tuttavia quando entra nella stanza la donna è già spirata, e
Romuald, come estremo saluto, le da un bacio sulle labbra.
Bacio che viene corrisposto! Ne esce anche un alito di vita:
Clarimonde parla. Gli dice che è viva grazie a lui, e che verrà a trovarlo.
Tutto ciò accade pochi giorni dopo, e per Romuald inizia una spirale di sogno e
realtà concatenata. Non capisce più cosa sia vero e cosa sia immaginato, non
capisce se è un prete che di notte sogna di essere il gentiluomo di Clarimonde
o il contrario. Vive due vite. Finchè…
Questo è La Morta
Innamorata di Teophile Gautier, racconto pubblicato per la prima volta in
rivista nel 1836. Fa parte di quel filone della letteratura detto “grottesco”,
per altri invece è “fantastico”. Non ne so molto di entrambi, ma alcune cose
saltano all’occhio anche al lettore meno esperto.
Innanzitutto il dualismo: il racconto è assolutamente colmo
di elementi doppi, ogni cosa: il bene e il male, Dio e il Diavolo, la fede e la
disperazione, la doppia vita del protagonista. Il dualismo rappresenta
perfettamente il grottesco, poiché mostra una cosa e allo stesso tempo il suo
contrario, fatto che in un normale racconto realistico non potrebbe accadere.
Invece con il grottesco, e ancora di più con il fantastico, che un elemento sia
sé stesso e insieme il suo opposto è perfettamente normale: sta nel lettore
crederci o meno.
È da questa credulità del lettore che passo al secondo punto
preso in esame: il narratore di abbandona incondizionatamente (citando le sue
parole) a forze soprannaturali. Non si pone domande, non pone alcuna resistenza
ai fatti incredibili che gli capitano. Una donna era morta, dopo un suo bacio è
tornata in vita. La stessa donna durante una notte successiva gli chiede/ordina
di scappare con lei per vivere una vita insieme a Venezia. Che cosa fa Romuald?
Accetta. Senza nessuno spirito, senza nessun sentimento, senza nessun rimorso e
nessuna gioia. Accetta e basta, dimentico dei propri doveri come parroco e come
uomo di Dio. Si lascia trascinare dagli eventi, per quanto soprannaturali
possano essere. E questo è lo stesso procedimento che compie il lettore durante
la lettura di un testo di questo tipo: abbandona le incertezze per lasciarsi
trasportare dalla prosa.
Se da una parte il personaggio protagonista è un prete, un
uomo di Dio e di fede, dall’altra la co-protagonista/antagonista (discrimine
difficile, in questo caso) è una donna, morta e risorta, famosa fornicatrice,
incarnante il maligno. La donna rappresenta un terzo tema del grottesco: il
vampirismo in collegamento con il sesso. La donna, nei sogni (o nella vita
alternativa?) di Romuald vive perché di nascosto beve alcune gocce del sangue
del suo amato, quel tanto che basta per non perire. E Romuald si mostra ben
lieto di concedergliele. Non è un vampirismo negativo dunque, ma è lo stesso
vampirismo: un rubare a una persona un elemento vitale a favore di sé stesso. E
non c’è niente più del sangue, delle labbra, dei denti, del collo, che richiami
anche il sesso, motivo principale da cui nasce l’intera vicenda.
I tre punti analizzati li ho inseriti in un commento del
grottesco, ma potrebbero benissimo essere considerati come punti del
fantastico. Dove sta la differenza? Probabilmente nell’estetica, o nelle intenzioni
finali dell’autore, non saprei dirlo. Altri si sono espressi con maggior
sicurezza e perizia di me.
In ogni caso è fuori di dubbio che questo sia un racconto
eccellente. Il narratore si rivolge a un tu non ben definito, che chiama
“fratello” e probabilmente indica un altro prete. La prima persona che si
rivolge a una prima persona è una tecnica molto interessante, avvicina molto il
lettore al narratore e rende appunto il narratore e i fatti narrati più
plausibili e palpabili, concreti: d’altronde sono narrati da chi li ha vissuti.
Inoltre le descrizioni sono magistrali, non solo per la cura e la precisione di
dettagli, ma perché contengono quel dinamismo, quel qualcosa che le rende
facilmente visualizzabili. Non sono descrizioni noiose, meri paesaggi e stanze,
sono inserti quasi poetici che portano il lettore a spalancare la bocca davanti
a tanta bellezza e maestria narrativa. Un solo esempio: il primo incontro tra
Romuald e Clarimonde, durante l’ordinazione in chiesa. La vista di tanta
bellezza per la prima volta, il volto, le vesti, i sentimenti che sente nascere
prorompenti dentro di sé e che non riesce a ignorare.
Per chi come me non conosce il grottesco e non ci si è mai
avvicinato La Morta Innamorata di Gautier potrebbe essere l’inizio di uno
studio interessante, un modo per approcciare altri testi e autori che
normalmente non leggeremmo. E ovviamente una lettura estremamente piacevole.
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