lunedì 25 maggio 2020

La satira politica sulla Brexit: LO SCARAFAGGIO - IAN McEWAN


Ormai non si può dubitare che Kafka sia uno degli autori più influenti del ‘900. Basta guardare a quanti autori si sono misurati con le sue opere, autori del calibro di Philip Roth e Murakami. Nell'empireo degli scrittori che hanno reso omaggio a Franz Kafka ora figura anche Ian McEwan con Lo Scarafaggio, esilarante e velenoso racconto satirico, che prende le mosse proprio dall'opera forse più famosa di Kafka, La Metamorfosi

Fare confronti tra le opere del passato e le opere contemporanee non è sempre produttivo: i classici del passato godono di un’aurea di prestigio accresciuta dal tempo, e se si segue il solito principio del “era meglio prima” la letteratura contemporanea (in ogni tempo) rischia sempre di uscirne svilita. Non si tiene conto del cambiamento di società, di pubblico, di culture. Bisognerebbe analizzare la letteratura contemporanea senza confrontarla con il passato, poiché la contemporaneità ha una sua dignità.

Tuttavia in un caso del genere non fare un confronto sarebbe impossibile e, anzi, senza l’intenzione di confrontarsi con Kafka McEwan non avrebbe scritto un racconto in questo modo. O, quanto meno, l’inizio di un racconto.

Partiremo da Kafka. Nella Metamorfosi un uomo, Gregor Samsa, si risveglia un mattino trasformato in un enorme scarafaggio. Quest’uomo di professione fa il (postino?) e vive in casa con i genitori. Il racconto è tipico di Kafka: si concentra sull’interiorità del personaggio, sui suoi disagi, le sue debolezze, le sue paure. Parla sì della società, criticandola, ma soprattutto parla dell’uomo e dell’animo umano. Con la trasformazione Kafka vuole parlare della reazione al diverso e dell’alienazione dalla famiglia, dalla società e, alla fine, dalla vita stessa.

Lo Scarafaggio invece, pur essendo simile e partendo da questa trasformazione come base, è molto diverso. Uno scarafaggio si sveglia un mattino trasformato in essere umano. Si ritrova con soli quattro arti, con “una testa pesante almeno cinque chili”, con un organo umido, spugnoso, viscido, all’interno di una cavità bagnata contornata da una fila di duri denti, con due occhi non composti e a colori. Dopo la visita della segretaria e dopo essersi visto allo specchio lo scarafaggio-uomo si riconosce come Jim Sams, Primo Ministro inglese. Durante i primi minuti del risveglio cerca di ricordare la notte precedente, per capire come, quando e dove è avvenuta la metamorfosi. Dopo un lungo e pericoloso tragitto (è passato incolume attraverso una manifestazione, con centinaia di paia di gambe e piedi umani pronti a schiacciarlo!) ricorda di essere salito su per le scale del numero dieci di Downing Street e, salito sopra un letto, di essersi acquattato sotto un caldo e soffice cuscino per dormire e riposare. E… bum, il mattino seguente era uno scarafaggio.

Le somiglianze con La Metamorfosi finiscono qui dato che il libro prosegue lungo una rotta completamente diversa. Non analizza l’animo umano (o almeno non così direttamente come in Kafka), ma si concentra sulla situazione politica contemporanea dell’Inghilterra. Attraverso la satira, ovviamente. Una elegante, divertente e non troppo sottile satire. Fin dalle prime pagine del libro, quando il Primo Ministro si è vestito ed è a riunione con il suo sottosegretario personale, compaiono parole che possono confonderci: Inversionismo e Cronologismo. I primi secondi dopo aver letto questi termini ci chiediamo spontaneamente se ci siamo persi qualcosa, se in Inghilterra sta succedendo qualcosa di cui non siamo al corrente. Ma poi Ian McEwan spiega tutto nel secondo capitolo: sono due movimenti politici fittizi, inventati.

L’Inversionismo prevede un flusso economico “inverso”, appunto: il cittadino non lavora per guadagnare soldi, ma spende soldi per lavorare. Avere un patrimonio personale superiore a poche decine di sterline diventa reato poiché tutto ciò che si guadagna lavorando deve essere speso immediatamente, per poter lavorare il giorno successivo. Più soldi si spendono, più si avrà un lavoro redditizio. In questo modo, spiegano i sostenitori del movimento, si sbloccherà l’economia e ci saranno maggiori introiti per tutti. Confusi? È assolutamente normale. Sarebbe un’assurdità, un vero suicidio economico. Quasi come la Brexit.

Quando lo scarafaggio si sveglia nei panni di Jim Sams, l’Inghilterra è politicamente divisa tra inversionisti al governo che hanno promesso di realizzare l’Inversionismo e cronologisti (coloro che vogliono mantenere le cose come sono sempre state nel tempo) all’opposizione. Da questo momento Jim Sams, senza farci capire bene con quali mire, farà tutto ciò che è in suo potere per realizzare l’Inversionismo. Ed essendo il Primo Ministro, può fare molto: da un incidente diplomatico (un’imbarcazione francese ha travolto un piccolo peschereccio inglese, che si trovava dove non poteva, uccidendo i marinai) fa rinascere un sentimento nazionalista antifrancese; trova un alleato molto potente, ingannandolo, nel presidente degli Stati Uniti, Archie Tupper, molto avvezzo a Twitter; crea a tavolino uno scandalo sessuale, in cui una sua collaboratrice accusa un ex collaboratore, passato segretamente all’opposizione, di atti sessuali non richiesti anni addietro; sfrutta le conoscenze nei giornali per creare fake news a lui favorevoli; organizza un evento negli USA e richiama segretamente i propri sostenitori per avere la maggioranza di voto nel momento decisivo del disegno di legge. Il disegno passerà e l’Inversionismo sarà in atto dal venticinque dicembre dell’anno corrente.

Com’è facile intuire dalla trama, e come spiega lo stesso McEwan nella postfazione, il collegamento con Kafka è solo un omaggio, e riservato unicamente all’inizio del testo. Il resto del racconto lungo si concentra sulla politica – dalla quale è possibile ricavare informazioni sulla natura umana, è vero, ma non sono così dirette come nella Metamorfosi. Il modello di questa parte, ci dice l’autore, è un pamphlet di Jonathan Swift dal titolo Una modesta proposta. Visto il periodo storico di scrittura e pubblicazione de Lo Scarafaggio, visti i chiari riferimenti al presidente Trump e alle inimicizie con l’Ue, leggendo il racconto fin dalle prime pagine viene in mente la Brexit. E lo conferma lo stesso McEwan: il racconto è una satira nei confronti della Brexit. Senza spiegare ulteriormente il testo, dato che troverete tutto scritto e spiegato chiaramente dall’autore, posso porre questa domanda: cos’è più assurdo per l’economia inglese, cos’è più dannoso, uscire dall’Unione europea o invertire il flusso economico? Quando anche la realtà sembra un romanzo, quando si sono raggiunti certi livelli di assurdità, “potremmo doverci affidare al conforto della risata”, conclude Ian McEwan.

Così tragico, così comico, così assurdo: LA SCOPA DEL SISTEMA - DAVID FOSTER WALLACE

  David Foster Wallace ha 24 anni quando nel 1987 pubblica La Scopa del Sistema ( The Broom of the System ). Non so bene cosa si aspettasse...